Il nuovo presidente ha anticipato attraverso il social network la richiesta di creare nuovi stabilamenti negli Usa, per produrre le auto che si vendono nei confini nazionali, promettendo poi aiuti fiscali e deregulation. Si è poi scagliato contro l'ambientalismo, che "ormai è fuori controllo".Per Sergio Marchionne ed Fca l'incontro è importantissimo anche perché cade poco dopo le accuse dell'Agenzia della Protezione sulle violazioni degli standard per le emissioni diesel. Un'accusa lanciata dall'Epa targata Barack Obama e che ora finisce nelle mani della nuova amministrazione, con Trump che mostra subito la sua diversa impostazione circa il tema ambientalista.
Non a caso, il titolo Fca è in forte rialzo a Wall Street. "Apprezzo l'attenzione del presidente nel rendere gli Stati Uniti un luogo ideale per fare affari. Non vediamo l'ora di lavorare con il presidente Trump e i membri del Congresso per rafforzare l'industria manifatturiera americana", dice Marchionne in una nota diffusa al termine dell'incontro.
Non a caso, il titolo Fca è in forte rialzo a Wall Street. "Apprezzo l'attenzione del presidente nel rendere gli Stati Uniti un luogo ideale per fare affari. Non vediamo l'ora di lavorare con il presidente Trump e i membri del Congresso per rafforzare l'industria manifatturiera americana", dice Marchionne in una nota diffusa al termine dell'incontro.
Anche l'attivismo protezionistico di Trump ha già mostrato i suoi effetti: dopo aver sfilato gli Stati Uniti dalla Trans-Pacific Partnership, si appresta ora ad avviare le trattative per rinegoziare l'accordo commerciale del Nafta e a imporre 'dazi' pesanti su chi sposta la produzione fuori dai confini americani e poi esporta negli Usa. L'intesa che lega Stati Uniti, Messico e Canada è centrale per l'industria automobilistica statunitense che, in Messico, produce auto anche destinate al resto del mondo. E che dal Messico riceve componenti per l'assemblaggio negli Stati Uniti.
Trump è "la preoccupazione numero uno dell'industria automobilistica" afferma il Wall Street Journal. Mai infatti c'era stato un presidente che twittava nominando singole società, e di conseguenza mettendo su queste pressione. Fca è l'unica che si è salvata dagli attacchi a '140 caratteri', incassando via Twitter un grazie per l'investimento da un miliardo di dollari annunciato durante il Salone dell'Auto di Detroit. Ford è stata al centro di ripetute critiche di Trump durante la campagna elettorale, ma di recente i rapporti sono stati recuperati con Ford che ha rinunciato all'impianto in Messico. General Motors ha 'ceduto' alle pressioni di Trump annunciando a sua volta un investimento negli Stati Uniti.
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