martedì 24 gennaio 2017

Trump incontra i vertici dell'auto: "Ambientalismo fuori controllo"

Detroit si trasferisce a Washington: gli amministratori delegati di Fca, Ford e General Motors incontrano per la prima volta il presidente Donald Trump, che da quando è stato eletto presidente all'insediamento ufficiale ha lanciato i suoi strali via Twitter contro coloro che pensano di delocalizzare la manodopera in Paesi - come il Messico -- più a basso costo. 




Il nuovo presidente ha anticipato attraverso il social network la richiesta di creare nuovi stabilamenti negli Usa, per produrre le auto che si vendono nei confini nazionali, promettendo poi aiuti fiscali e deregulation. Si è poi scagliato contro l'ambientalismo, che "ormai è fuori controllo".Per Sergio Marchionne ed Fca l'incontro è importantissimo anche perché cade poco dopo le accuse dell'Agenzia della Protezione sulle violazioni degli standard per le emissioni diesel. Un'accusa lanciata dall'Epa targata Barack Obama e che ora finisce nelle mani della nuova amministrazione, con Trump che mostra subito la sua diversa impostazione circa il tema ambientalista. 

Non a caso, il titolo Fca è in forte rialzo a Wall Street. "Apprezzo l'attenzione del presidente nel rendere gli Stati Uniti un luogo ideale per fare affari. Non vediamo l'ora di lavorare con il presidente Trump e i membri del Congresso per rafforzare l'industria manifatturiera americana", dice Marchionne in una nota diffusa al termine dell'incontro.
Anche l'attivismo protezionistico di Trump ha già mostrato i suoi effetti: dopo aver sfilato gli Stati Uniti dalla Trans-Pacific Partnership, si appresta ora ad avviare le trattative per rinegoziare l'accordo commerciale del Nafta e a imporre 'dazi' pesanti su chi sposta la produzione fuori dai confini americani e poi esporta negli Usa. L'intesa che lega Stati Uniti, Messico e Canada è centrale per l'industria automobilistica statunitense che, in Messico, produce auto anche destinate al resto del mondo. E che dal Messico riceve componenti per l'assemblaggio negli Stati Uniti.

Trump è "la preoccupazione numero uno dell'industria automobilistica" afferma il Wall Street Journal. Mai infatti c'era stato un presidente che twittava nominando singole società, e di conseguenza mettendo su queste pressione. Fca è l'unica che si è salvata dagli attacchi a '140 caratteri', incassando via Twitter un grazie per l'investimento da un miliardo di dollari annunciato durante il Salone dell'Auto di Detroit. Ford è stata al centro di ripetute critiche di Trump durante la campagna elettorale, ma di recente i rapporti sono stati recuperati con Ford che ha rinunciato all'impianto in Messico. General Motors ha 'ceduto' alle pressioni di Trump annunciando a sua volta un investimento negli Stati Uniti.

Nessun commento:

Posta un commento